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Psicologia (News - 2003-08-04 20:31:23)

Quando l'adolescente soffre di ansia

Il disagio giovanile affonda le sue radici non solo in ambito sociale (consumismo eccessivo, caduta degli ideali) e psicologico (perdita di ruolo dei genitori, crisi di passaggio dall’adolescenza all’etá adulta), ma puó comprendere aspetti di patologia mentale.
Si é parlato delle prime avvisaglie di una malattia depressiva ma si é poco messo in evidenza il fenomeno dell’ansia cronica in questa fascia di etá.
L’ansia cronica é una sindrome che si comincia a intravedere in etá infantile, con l’ansia di separazione dai genitori, con la sensazione o il timore che possa accadere qualcosa di brutto ai familiari, con apprensione per i compiti quotidiani, con insonnia e fenomeni come cefalea o disturbi neurovegetativi.
Ma l’ansia generalizzata si manifesta con sintomi veri e propri, appunto, nell’adolescenza, come un senso insopportabile di tensione interna non dovuta ai rapporti con gli altri (fobia sociale), o a compiti specifici da affrontare (ansia da prestazione), ma con una continua sensazione di allarme e di preoccupazione per tutto ció che riguarda le esperienze e gli impegni quotidiani, con difficoltá di concentrazione, senso di affaticamento, irrequietezza, tensione muscolare, cefalea, palpitazioni, disturbi intestinali. Tale situazione di tensione non lascia tregua e puó portare a usare degli ansiolitici, (talvolta utilizzati dai genitori), ma soprattutto a cercare nell’alcool, nelle sigarette o nell’uso della cannabis e derivati momenti di tregua.
Tutto ció non viene osservato dai genitori perché il giovane non lo riferisce per non farli preoccupare. Si rivolge talvolta al medico di base che é il primo filtro di queste problematiche e che spesso non riconosce questo malessere, scambiandolo per una "crisi" adolescenziale. Non bisogna confondere questi stati con un disturbo depressivo, ma essi possono precedere la depressione, e in genere lo psichiatra vede questi casi quando si sono "complicati" con un disturbo depressivo o con altre patologie che possono insorgere sul terreno poco riconosciuto dell’ansia cronica. E necessario quindi individuare un soggetto che puó essere portatore di una sindrome ansiosa generalizzata mediante una sensibilizzazione dei familiari, degli insegnanti, e dei medici di base.
Il trattamento deve essere farmacologico per un periodo da 3 a 6 mesi, e soprattutto psicoterapeutico per un periodo in genere piú lungo (da sei mesi a circa un anno).

Fonte: La redazione