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Dermatologia (Comunicati stampa - 2009-02-10 10:15:45)

Acne, il cibo non c'entra!

l'American Academy of Dermatology ha scoperto che il cibo non ha colpa per il problema dell'acne, mentre qualche dubbio lo hanno su latte e carboidrati complessi.

Molti sono convinti che la prima legge della dietetica sia: se il sapore è buono, a te fa male. A pensarla così è soprattutto chi soffre di acne, ma un recente documento dell'American Academy of Dermatology fa chiarezza demolendo un bel po' di falsi miti in materia: secondo gli esperti statunitensi, infatti, ben pochi dubbi restano ancora da sciogliere e in generale ciò che mettiamo nel piatto ha poco a che vedere con i brufoli che ci compaiono addosso.

CONVINZIONI – Che molti siano persuasi del contrario non è un segreto: secondo un’indagine apparsa tempo fa sulla rivista Clinics in Dermatology, il 32% di chi ha l'acne si dice convinto che proprio il cibo sia il principale responsabile della comparsa dei brufoli, mentre un altro 44% afferma che cioccolata, patatine e compagnia sono senza dubbio capaci di peggiorare l’acne. False convinzioni, queste come altre, che spadroneggiano fra pazienti e non solo: chi di noi non si è privato della cioccolata temendo di ritrovarsi con un’eloquente bolla sul naso il giorno dopo? Niente di più sbagliato, dicono i dermatologi: negli anni ’50 tutto ciò che i teenager mettevano in bocca finiva sotto accusa, è vero, ma le numerose ricerche compiute nell’ultimo mezzo secolo hanno ormai scagionato la dieta. Il documento dell'associazione statunitense, facendo le pulci agli studi apparsi finora, sottolinea che con le conoscenze attuali nessun alimento può essere ritenuto responsabile dell'acne. Ci sono però alcuni distinguo: a sorpresa, ad esempio, il consumo di latte potrebbe rivelarsi «pericoloso».

LATTE – Due studi, pubblicati entrambi sul Journal of the American Academy of Dermatology hanno infatti trovato una blanda associazione fra il latte e la comparsa dei brufoli: in tutte e due le ricerche (una ha coinvolto oltre 47mila donne) sono stati scagionate bibite, cioccolata e patatine ma sono rimasti dubbi sul latte. «Dovranno essere chiariti con ulteriori studi, perché la correlazione è debole e potrebbe dipendere da altri fattori di cui non è stato tenuto conto», spiegano gli esperti statunitensi. Scettico anche Mario Aricò, direttore della Clinica Dermatologica dell'università di Palermo, che osserva: «Per quel che ne sappiamo non esiste una relazione di causa-effetto fra il consumo di latte e l'acne: il latte non peggiora né provoca la comparsa dei brufoli. Può accadere solo nei pazienti in cura con alcuni farmaci, ad esempio l'aminociclina, antibatterico usato in alcuni casi di acne: la caseina del latte lega il medicinale inattivandolo, vanificandone perciò l'efficacia curativa».

CARBOIDRATI – Altro punto ancora da chiarire: che ruolo hanno i carboidrati complessi nella comparsa dell'acne? Secondo una ricerca condotta su due popolazioni che non conoscono questo problema cutaneo (gli abitanti di un'isola in Papua Nuova Guinea e una tribù del Paraguay), una dieta povera di zuccheri complessi, ricca cioè di frutta, verdura e proteine magre, potrebbe proteggere dai brufoli. Un'alimentazione simile fa lavorare l'organismo in maniera più efficiente, perché si devono produrre quantità minori di insulina per mantenere la glicemia normale; se invece la dieta è ricca di zuccheri complessi si può instaurare, alla lunga, l'insulino-resistenza. Anticamera del diabete, è una condizione in cui l'organismo non risponde più all'insulina; uno squilibrio che, secondo alcune ricerche, potrebbe aumentare la produzione di sebo. «Questo è più probabile», dice Aricò. «Una persona sana compensa l'eventuale eccesso di zuccheri, ma quando si è instaurata un'insulino-resistenza, in effetti, è possibile che si inneschino fenomeni reattivi che favoriscono l'acne. Ma in chi non ha problemi metabolici, è bene sottolinearlo, ciò che si mangia non ha alcuna influenza sulla probabilità di sviluppare o peggiorare l'acne», conclude il dermatologo.

Fonte: Corriere salute