Gli italiani piu’ evoluti e attenti sono i principali utilizzatori di integratori alimentari
Gli italiani ricorrono all’integrazione alimentare in modo più ampio rispetto al passato: lo confermano i recentissimi risultati di una ricerca demoscopica commissionata da AIIPA – l’Associazione Italiana Industrie Alimentari - ad Astra Ricerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana nella fascia d’età 25-64 anni (1).
Attualmente oltre un terzo degli intervistati afferma di far uso regolarmente di integratori alimentari; il profilo del consumatore-tipo di questo tipo di prodotti si conferma essere quello di un consumatore colto, con una prevalenza di adulti 45-54 anni e di senior 55-69 anni con uno stile alimentare buono o addirittura ottimo e uno stile di vita avanzato. A differenza di quanto comunemente si immagina, è quindi il consumatore più evoluto e che ricerca uno stile alimentare più adeguato e sano quello che meglio conosce il ruolo e i benefici dell’integrazione alimentare.
Negli ultimi quattro anni si è assistito a un aumento dei consumi: infatti se nel 2006, anno della precedente rilevazione AIIPA, solo il 30% degli intervistati ne avevano consumati nel triennio precedente, oggi invece il numero di coloro che affermano di aver integrato la propria dieta è più che raddoppiato.
Questo rappresenta un elemento significativo nell’ambito di un più ampio trend di crescita globale dell’integrazione alimentare in senso lato, che include, oltre agli integratori alimentari propriamente detti, anche gli alimenti addizionati e quelli funzionali.
E’ lievemente aumentata la conoscenza dell’integrazione alimentare rispetto al passato; le categorie maggiormente conosciute sono gli integratori a base di vitamine (88,5%), sali minerali (77,2%), integratori a base di fibre (59,6%), integratori di probiotici (39,7%), integratori a base di erbe e loro estratti (37,5%).
E’ particolarmente interessante il giudizio ambivalente degli intervistati sulle proprie abitudini alimentari: da una parte, quasi otto italiani su dieci ritengono nel complesso di mangiare e bere in modo sano ed equilibrato; dall’altro affermano però di consumare in modo non adeguato carboidrati (67,5%), fibre (59,2%), proteine (58,9%), vitamine (55,0%), sali minerali (44,3%), cibi integrali (33,5%).
La corretta alimentazione rappresenta un’esigenza fortemente sentita: alla domanda relativa a quali aspetti della vita hanno bisogno di essere “integrati”, perché presenti in misura insufficiente o addirittura perché non presenti del tutto, un intervistato su quattro risponde proprio la corretta alimentazione. Rispondono così soprattutto gli over cinquantacinquenni, prevalentemente in Emilia Romagna e nelle zone urbano metropolitane, singles o separati, divorziati, vedovi.
Oltre alla corretta alimentazione, i nostri connazionali mettono al primo posto la necessità di un’”integrazione” di reddito, di viaggi e di vacanze, di attività fisica, di serenità, di lavoro e relazioni sociali, di risparmi.
Tale prospettiva si inquadra nel più ampio quadro di un bilancio esistenziale degli italiani che appare fortemente diverso rispetto al quadriennio precedente: in effetti, la crisi economico-sociale – aggravatasi dall’autunno 2008 – ha reso assai più forti da un lato i bisogni materiali (reddito, risparmi, occupazione) e, dall’altro lato, ha rafforzato le tendenze ‘privatistiche’, auto-referenziali e anche egoistiche, diminuendo l’enfasi sull’altruismo, sulla solidarietà, sulla responsabilità sociale dei nostri connazionali.
“Questa ricerca rappresenta un rinnovato impegno di AIIPA sul fronte della corretta informazione al consumatore” – afferma Anna Paonessa, responsabile dell’Area Integratori Alimentari dell’Associazione. “Abbiamo intrapreso questo impegno da diversi anni, che si è concretizzato nella realizzazione di due Libri Bianchi sul comparto, in collaborazione con i più autorevoli rappresentanti della comunità scientifica, nel sito informativo integratoriebenessere.it e nella continua attività di informazione/educazione al consumatore”
“Ci auguriamo che le evidenze emerse da tale ricerca possano stimolare un ulteriore momento di riflessione sul ruolo e il significato che l’integrazione alimentare ha assunto oggi, anche alla luce della complesso scenario delineatosi con l’applicazione del Regolamento Europeo Claims” – conclude Anna Paonessa.
(1) La ricerca è stata realizzata a metà marzo 2010 tramite 1.084 interviste on line somministrate con il metodo CAWI (Computer Aided Web Interviewing) a un campione rappresentativo degli italiani 25-64enni, pari a circa 33.4 milioni di adulti.
Fonte: Ketchum RP - Ufficio stampa AIIPA