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Pediatria (Comunicati stampa - 2010-05-21 10:50:58)

Diabete nel bambino, grazie alle associazioni di volontariato non fà più paura

A Roma presentati i risultati di una ricerca sul vissuto dei bambini con diabete e dei loro genitori.
Il 22 maggio a Roma verrà presentata la Ricerca “Il bambino con diabete nella vita quotidiana“, nell’ambito di un incontro promosso dalle principali Associazioni di pazienti, dalle Istituzioni sanitarie nazionali e regionali, dai Medici di riferimento nel Lazio e con il contributo non condizionato di Terumo Italia. L’incontro intende favorire una maggiore sinergia tra le varie figure che si occupano di diabete pediatrico per garantire ai giovani pazienti la continuità dell’assistenza sanitaria, sempre più a rischio, l’adeguato inserimento scolastico e un passaggio meno traumatico dalle strutture pediatriche a quelle per adulti.

Interverranno Paola Pisanti, Presidente della Commissione Nazionale sul Diabete del Ministero della Salute, Antonio Cabras, presidente FDG-Federazione Diabete Giovanile, Massimo Cipolli, presidente AGD ITALIA-Coordinamento tra le Associazioni Italiane Giovani con Diabete. Saranno inoltre rappresentati i tre principali poli romani per il diabete in età pediatrica, Maria Luisa Manca Bitti, Clinica Pediatrica Università "Tor Vergata", Francesco Costantino, Clinica Pediatrica Università “La Sapienza” Roma e Paolo Ciampalini, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

L’evento si svolge per iniziativa di ADIG Lazio, Associazione di Volontariato presente sul territorio della Regione Lazio dal 1976 a tutela dei diritti dei bambini e ragazzi con diabete e delle loro famiglie. “Il ruolo del Volontariato e dell’associazionismo – dichiara Raffaella Sommacal, Presidente ADIG Lazio - soprattutto in questo momento di crisi, dove le imprese sociali pensano di tagliare su progetti e personale, risulta essere una realtà importante che necessita di essere garantita con strumenti legislativi e regolatori, perché è in grado di portare nell’immediatezza aiuti rapidi e concreti, di creare cultura e soprattutto di porsi quale attore di cambiamento, inventando, proponendo e contribuendo a costruire un nuovo welfare, che risponda a 360° alle esigenze dei bisogni di oggi”.

“Un Sistema Sanitario che vuole erogare una buona qualità dell’assistenza per la persona con diabete –sottolinea Paola Pisanti – deve tendere alla realizzazione di alcuni obiettivi che riguardano in particolare la sicurezza, l’efficacia, la centralità del paziente, la tempestività delle prestazioni, l’efficienza e l’equità. Le indicazioni degli ultimi Piani Sanitari Nazionali 2003-2005 e 2006-2008 evidenziano la necessità di ricercare differenti e nuovi equilibri in cui il paziente, e non la malattia, sia al centro del sistema, di creare una rinnovata collaborazione fra i vari interlocutori, non solo provenienti dal mondo sanitario, per attuare una trasversalità di interventi, esaltando al tempo stesso il ruolo di un Associazionismo responsabile. Le Associazioni dei pazienti, infatti, possono svolgere un ruolo fondamentale in questo percorso, con la collaborazione della famiglia che rappresenta un nodo irrinunciabile nel percorso assistenziale, con il doppio ruolo sia di espressione di richiesta assistenziale che di risorsa, a cui è necessario però fornire gli strumenti necessari in tema di educazione e informazione sanitaria”.


“Il Diabete mellito di tipo 1 – ricorda Maria Luisa Manca Bitti – rappresenta la malattia cronica metabolica più frequente dell’infanzia. E’ una malattia autoimmune, dovuta alla carenza di insulina che non viene prodotta dalle cellule beta del pancreas, progressivamente distrutte dal sistema immunitario che le attacca come fossero agenti esterni da eliminare, come virus e batteri. Le cause non sono ancora conosciute. L’incidenza del diabete di tipo 1 è, per motivi ignoti, in costante aumento, risultando più che raddoppiata in Europa nel corso degli ultimi 30 anni. Si prevede che i casi di Diabete tipo 1 con età <15 anni in Europa aumenterà da 94.000 casi nel 2005 a 160.000 nel 2020. Il picco di incidenza è più frequentemente tra i 5 e i 7 anni ed in epoca puberale tra i 10 e 14 anni. E’ stato osservato un significativo incremento dell’incidenza nei primi cinque anni di vita. Questa progressiva anticipazione dell’età di comparsa fa sì che i casi nei quali il diabete si manifesta prima dei 5 anni rappresentino il 25% di tutti casi di malattia. La cura richiede, invariabilmente e per tutta la vita, tre o quattro iniezioni giornaliere di insulina, o la somministrazione continua di insulina con microinfusore, per mantenere i valori del glucosio nel sangue entro i limiti il più possibile vicini a quelli fisiologici ed evitare o ritardare gravi e invalidanti complicanze”.

“La nostra decisione di sostenere la ricerca che viene presentata oggi a Roma – sottolinea Andrea Pazzi, marketing manager Terumo Italia, intervenuto all’evento – nasce proprio dalla volontà di capire più a fondo i bisogni profondi dei bambini e dei loro genitori alle prese con una patologia cronica come il diabete di tipo 1. Grazie ad incontri come questo intendiamo dare il nostro contributo per favorire il dialogo tra le diverse figure professionali coinvolte nella gestione del giovane diabetico e per combattere la paura e il rifiuto della malattia anche attraverso la continua crescita della nostra tecnologia per ridurre sempre di più il dolore causato dalla digitopuntura e dalla terapia multiniettiva”.

Terumo è un Gruppo biomedicale internazionale, quotato alla borsa di Tokyo. Fondato nel 1921 in Giappone dallo scienziato Kitasato (collega di Koch, lo scopritore del bacillo della tubercolosi), conta 80 filiali e 13.000 dipendenti in tutto il mondo. L’azienda investe annualmente una quota significativa del proprio fatturato nelle attività di Ricerca&Sviluppo, dove sono impegnati quasi 800 ricercatori. In Italia Terumo opera con una propria filiale diretta dal 1973, con sede a Roma.
Per il settore del diabete Terumo ha introdotto recentemente due nuovi dispositivi hi-tech: il glucometro FINETOUCH® in grado di rendere la misurazione del diabete più accurata, più semplice e indolore e Nanopass 33, l’ago per l’iniezione di insulina più sottile al mondo con un diametro di 0,2 millimetri, del 20% più sottile rispetto agli aghi tradizionali, in pratica quanto 2 capelli.

Fonte: ketchum - Ufficio stampa