Gli esperti non si sono meravigliati quando Striscia la Notizia ha fatto vedere a milioni di italiani i problemi delle protesi di rivestimento d’anca difettose della DePuy, azienda di una nota multinazionale americana. Era un problema da molto tempo già noto agli esperti, tanto che la DePuy, quasi un anno fa, aveva comunicato il ritiro della protesi dal mercato e in America era già partita una imponente class action. Inoltre già nel 2010 il New York Times con un articolo aveva reso noto a tutti il problema. Nei mesi scorsi, con una lettera alle ASL italiane, l’azienda ha informato che alcuni modelli di protesi da loro prodotte potrebbero essere dannose per i pazienti a causa del rilascio di particelle di cobalto. La De Puy invitava così le ASL a raccomandare ai cittadini degli esami di controllo e ipotizzava la necessità di una rimozione e un conseguente nuovo impianto di protesi.
MATERIALI E PROTESI DI RIVESTIMENTO SONO SICURE SE SONO ORIGINALI
“Il problema che emerge oggi è legato alla meccanica stessa della protesi, ovvero al suo funzionamento una volta impiantata, problema noto già da diversi anni agli esperti – dichiara Antonio Moroni, Professore Associato e Direttore della Scuola di specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università di Bologna con una casistica personale di oltre 1500 interventi di protesi di rivestimento d’anca. – La protesi in questione è una protesi di rivestimento che ‘copia’ il design di protesi usate da più di 10 anni con successo e senza alcun tipo di problema, perché realizzate secondo studi di bioingegneria originali e testati, quindi non copiati da altre protesi già in commercio”.
LA PROTESI DI RIVESTIMENTO D'ANCA PERMETTE UNA VITA NORMALE SE L’INTERVENTO Č AFFIDATO A MANI ESPERTE
“E’ sbagliato allarmare i pazienti che si sono sottoposti ad un impianto di protesi di rivestimento d’anca o si stanno accingendo a farlo: l’intervento di rivestimento dell’anca è risolutivo del problema dell’artrosi e se originali le protesi sono assolutamente sicure sia come materiali che come meccanica – afferma l’esperto. – Da una verifica a scopo statistico effettuata recentemente sul mio campione di pazienti operati di rivestimento dell'anca, su 1080 interventi di protesi di rivestimento d’anca eseguiti fra il 2001 e il 2010, il 97,8 % conduce una vita normale praticando sport anche usuranti e a impatto come la maratona, il calcio, il tennis e l’equitazione. Questi risultati non sono ottenibili con le protesi tradizionali che sono assai più invasive, contemplano la resezione della testa del femore e non riescono a riprodurre una corretta anatomia dell'anca”.
IL SUCCESSO DELL’INTERVENTO DIPENDE ANCHE DALL’ESPERIENZA DEL CHIRURGO
“Se è vero che il paziente non è in grado di comprendere la differenza tra le caratteristiche biomeccaniche specifiche di una protesi o di un’altra, è anche vero che può invece capire come scegliere sia la struttura sia il chirurgo a cui rivolgersi – continua l’esperto. – Il tuttologo in ortopedia è da evitare: chi si specializza nella spalla difficilmente farà bene anche la chirurgia di protesi d’anca. Esistono oggi in medicina e in particolare in ortopedia, le superspecializzazioni: la chirurgia protesica di rivestimento della protesi d’anca, che conserva la testa del femore, è una superspecializzazione che solo pochi sono in grado di fare bene e senza creare problemi al paziente. Se l'ortopedico non esegue almeno 150-200 interventi di protesi d’anca all’anno – sottolinea il Professor Moroni – difficilmente sarà in grado di dedicarsi con successo a quel tipo di intervento. Questo fa sì che l’intervento di protesi di rivestimento sia molto operatore-dipendente ovvero il successo dell’intervento dipende dall’esperienza del chirurgo – conclude Antonio Moroni dall'Università di Bologna.
COME SCEGLIERE L’ORTOPEDICO: 5 CONSIGLI PER EVITARE ERRORI
1. Scegliere sedi ospedaliere, istituti o cliniche in cui operino chirurghi ortopedici esperti nel tipo di problema che si vuole risolvere
2. Durante la visita chiedere all’ortopedico quanti interventi come il nostro fa durante l’anno. Un buon chirurgo non nasconde i suoi numeri e dichiara gli interventi che fa. Se non siete convinti, cambiate ortopedico e, una volta a casa, verificate su internet il curriculum dell’esperto
3. Non fidarsi dell’ortopedico di fiducia dell’amico che è stato operato alla spalla se abbiamo bisogno di un intervento al ginocchio
4. Fate domande in merito al tipo di protesi che intende mettervi; durante la visita è possibile chiedere all’ortopedico di mostrarvi il tipo di protesi che consiglia, ricevere materiale informativo adatto al pubblico e richiedere dati sulla durata, percentuali di insuccesso dell’intervento, eventuale reimpianto di protesi, tecnica chirurgica consigliata, eccetera.
5. Nel caso si sia finalmente trovato il chirurgo a cui rivolgersi, affidarsi ai suoi consigli e alla sua esperienza.
Fonte: LIANA ZORZI - UFFICIO STAMPA