Epatite B: usa la testa, fai il test dal 21 maggio al 15 giugno 2012 presso uno dei laboratori ANISAP
Che cos'e' il test per l’epatite B? La presenza del virus dell’epatite B viene accertata attraverso un semplice esame del sangue, che può essere eseguito a digiuno o anche a stomaco pieno, e che serve a ricercare il “marcatore” dell’infezione, l’HBsAg (Hepatitis B surface Antigen): si tratta dell’antigene di superficie dell’epatite B, anche conosciuto come antigene Australia.
HBsAg ha un importantissimo valore diagnostico nella valutazione delle infezioni da virus dell'epatite B. Compare infatti nel siero sanguigno prima del vero e proprio esordio clinico della malattia e in genere può essere rilevato già 2-4 settimane dopo il contagio: la sua presenza identifica i soggetti con infezione in atto.
HBsAg può persistere nell'organismo per 2-6 mesi; se la persistenza supera i 6 mesi il paziente è definito un portatore cronico. L'evoluzione verso lo stato di portatore cronico si verifica nel 5-20% dei soggetti affetti da HBV.
Il test per l’epatite B è sicuramente consigliabile ai soggetti che hanno avuto rapporti sessuali occasionali non protetti, agli individui che provengono da zone d’endemia e, in ogni caso, a chiunque pensi di essere stato esposto a fattori di rischio e che abbia un’età superiore ai trent’anni.
L’esame, che è completamente gratuito, può essere eseguito nel giorni dal 21 maggio al 15 giugno 2012 presso uno dei laboratori ANISAP aderenti alla campagna, nei 15 capoluoghi coinvolti.
Per poter effettuare il test è necessaria la prenotazione: gli strumenti attraverso i quali è possibile effettuarla sono:
il Numero Verde dedicato 800 027 325
il sito web www.epatiteb2012.it.
Attraverso questi strumenti l’utente potrà individuare il laboratorio d’analisi più vicino nel quale recarsi per effettuare il test.
L'epatite B è un'emergenza sanitaria che in Italia colpisce circa 700.000 persone. La maggior parte dei portatori cronici della malattia è inconsapevole della propria condizione, in quanto spesso tale malattia è asintomatica.
Epatite B: usa la testa, fai il test è una Campagna di comunicazione e sensibilizzazione sulla patologia che ha l'obiettivo di informare la popolazione sulle modalità di contagio, le terapie e i comportamenti per difendersi dall'infezione, e incentivare l'esecuzione del test tra le categorie a rischio.
Dal 21 maggio al 15 giugno 2012 verrà offerta la possibilità di eseguire gratuitamente il test dell’epatite B presso uno dei laboratori aderenti all’iniziativa in 15 città italiane. Il test potrà essere prenotato in due modi: attraverso il Numero Verde 800.027.325 e online sul sito internet www.epatiteb2012.it
L’epatite B è una delle malattie più diffuse al mondo: colpisce il fegato e quando si cronicizza può causare danni anche molto gravi.
Dal 21 maggio al 15 giugno 2012 in 15 capoluoghi italiani, i cittadini avranno la possibilità di eseguire gratuitamente il test dell’epatite B presso uno dei laboratori che aderiscono alla campagna “Epatite B: usa la testa, fai il test”. Per usufruire del test gratuito sarà sufficiente prenotarsi tramite il Numero Verde 800 027 325 o online, al sito www.epatiteb2012.it, nel quale sono fornite tutte le informazioni sulla patologia e la mappa con i Centri analisi disponibili.
L’iniziativa è promossa da quattro società scientifiche: AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, SIGE, Società Italiana di Gastroenterologia, SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), con il supporto di FederANISAP, Federazione Nazionale delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private e il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb.
Due gli obiettivi della campagna: incrementare nella popolazione la consapevolezza della malattia e dei fattori di rischio di contagio, e incentivare l’esecuzione del test tra le categorie a rischio, coinvolgendo anche la popolazione migrante residente in Italia, proveniente da Paesi in cui tuttora non esiste l’obbligo del vaccino.
L’infezione dà segni di sé solo quando si sono già prodotti danni epatici gravi: come sottolinea Gianfranco Delle Fave, Professore ordinario di Gastroenterologia dell’Ospedale Sant’Andrea, La Sapienza Università di Roma, «quando si produce la diagnosi di HBV l’infezione è già cronicizzata, cioè la malattia è già avanzata e si sono già determinati dei danni: la gran parte dei soggetti con infezione cronica da epatite B non presenta alcun sintomo, tuttavia sono perfettamente in grado di trasmettere la malattia».
Oltre 700mila persone in Italia sono affette da epatite B cronica: di queste, almeno la metà non sa di aver contratto l’infezione. Il virus dell’epatite B (HBV) è 100 volte più contagioso dell’HIV ed è in grado di sopravvivere fuori dall’organismo, rimanendo infettivo, per almeno 7 giorni. La maggior parte dei contagi avviene mediante rapporti sessuali non protetti o scambio di siringhe o aghi contaminati, ma anche attraverso la condivisione di spazzolini da denti o rasoi e con l’utilizzo di strumenti non sterilizzati per piercing e tatuaggi.
Nell’80% dei casi l’infezione si risolve spontaneamente, ma in circa il 20% dei casi evolve in una forma cronica estremamente pericolosa e che comporta un rischio maggiore del 15-20% di morire prematuramente per cirrosi ed epatocarcinoma.
Vaccinazione, test e conoscenza dei fattori di rischio permettono di arginare il contagio. «La vaccinazione, la presenza di terapie efficaci che inibiscono la replicazione del virus, il miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie sono fattori che hanno determinato in Italia un abbassamento drastico della prevalenza da infezione da HBV» – dichiara Paolo Caraceni, Segretario AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato - «da zona ad alta endemia, l’Italia è diventata regione a bassa endemia, con una prevalenza di portatori del virus inferiore al 2%, concentrata nelle fasce d’età over 30-40».
L’opportunità di usufruire del test gratuito sarà portata alla conoscenza anche dei cittadini stranieri residenti in Italia, in particolare quelli provenienti dall’Est Europa: la Campagna, infatti, oltre all’italiano, parlerà inglese, rumeno, albanese, ucraino e polacco.
«Si stima che i portatori del virus di origine non italiana siano circa 300mila: persone non trattate, provenienti da zone ad alta endemia come Europa orientale, Africa sub-sahariana e Cina, portatori del virus cosiddetto “selvaggio” (wild type), che hanno anche genotipi differenti da quello che abitualmente circola in Italia, cioè il genotipo D, e che, per vari motivi, non si sottopongono facilmente a esami di laboratorio», rileva Orlando Armignacco, Presidente SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
Per favorire la diagnosi, il medico di medicina generale svolge un ruolo fondamentale: «è importante che i cittadini si rivolgano al dottore che conoscono da tanti anni con grande libertà e tranquillità» – sottolinea Claudio Cricelli, Presidente SIMG, Società Italiana di Medicina Generale – «chiedendogli quali siano i comportamenti e le situazioni che possono esporlo al rischio e magari fornendo maggiori dettagli, nella sicurezza che la loro privacy non sarebbe violata, anzi conservata e rafforzata».
La presenza del virus dell’epatite B viene accertata attraverso un semplice esame del sangue, che può essere eseguito a digiuno o anche a stomaco pieno, e che serve a ricercare il “marcatore” dell’infezione, l’HBsAg (Hepatitis B Surface Antigen): si tratta dell’antigene di superficie dell’epatite B, anche conosciuto come antigene Australia.
«Ciascun laboratorio s’incaricherà di effettuare l’esame, di verificare e controllare il dato analitico, nella piena garanzia della privacy dell’utente e della qualità del processo, e di rendere disponibili i risultati nel giorno indicato» – sottolinea Vincenzo Panarella, Presidente FederANISAP, «Rispetto ai benefici in termini di conoscenza e di tranquillità, il disagio che tale test comporta è davvero nullo».
La campagna “Epatite B: usa la testa, fai il test”, coinvolgerà dal 21 maggio al 15 giugno 2012 le seguenti città: Milano, Brescia, Bergamo, Padova, Torino, Reggio Emilia, Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Foggia, Cagliari, Messina e Palermo.
Il test, una barriera contro la diffusione dell’epatite B
Intervista al Professore ordinario di Gastroenterologia Gianfranco Delle Fave, Ospedale Sant’Andrea, La Sapienza Università di Roma
CHE COS’È L’EPATITE B? COME ACCORGERSI DELL’INFEZIONE?
L’epatite B è una delle varie epatiti causate da uno dei virus che colpiscono il fegato, l’HBV, che si trasmette attraverso il sangue o tramite i fluidi corporei.
È la prima epatite su larga scala che è stata scoperta, anche se l’epatite acuta da virus A è la più conosciuta, poiché, a differenza della B, si manifesta in modo evidente con ittero, stanchezza e aumento degli enzimi.
PERCHÉ IL VIRUS HBV È COSÌ INSIDIOSO?
Una delle ragioni della sua pericolosità è che nella storia naturale della malattia non ci è dato conoscere il suo inizio biologico, perché non manifesta segni e sintomi evidenti: nell’epatite B, infatti, la fase iniziale acuta della malattia passa spesso inosservata, perché quasi sempre asintomatica.
Quando si produce la diagnosi di HBV l’infezione è già cronicizzata, cioè la malattia è già avanzata e si sono già determinati dei danni, che non si manifestano necessariamente con sintomi evidenti, se non con l’aumento di alcuni parametri infiammatori del fegato, come le transaminasi: quando esse aumentano è senz’altro necessario cercare nel sangue la presenza di virus epatitici.
QUALI GRUPPI DI POPOLAZIONE POSSONO ESSERE MAGGIORMENTE ESPOSTI AL VIRUS?
In linea generale le aree geografiche di maggiore diffusione sono alcune zone dell’Africa e del Medioriente e l’Europa dell’Est. Sulla base delle indagini epidemiologiche eseguite nel corso di decenni siamo in grado di conoscere le fasce di popolazione che hanno un rischio maggiore di contrarre il virus. Gli stili di vita giocano un ruolo cruciale nella diffusione della malattia: i rapporti sessuali non protetti costituiscono la causa primaria d’infezione da epatite B. Purtroppo, come molte altre malattie sessualmente trasmissibili, il contagio può avvenire per opera di persone che, non essendo a conoscenza della propria malattia, la trasmettono inconsapevolmente a terzi.
In una famiglia dove c’è un componente a cui è stato trasmesso l’HBV è più facile che venga contratta l’infezione. Altri fattori di rischio contemplano l’uso di droghe e la frequentazione con persone che ne fanno uso, e la pratica della dialisi; le trasfusioni di sangue, invece sono sicure, grazie alle procedure che lo sottopongono a specifici test per scongiurare la presenza del virus.
PERCHÉ È IMPORTANTE SOTTOPORSI AL TEST?
La gran parte dei soggetti con infezione cronica da epatite B non presenta alcun sintomo, tuttavia sono perfettamente in grado di trasmettere la malattia. Per una malattia estremamente contagiosa come l’epatite B, non essere consapevole di essere portatore di virus è un fattore che favorisce la cronicizzazione e quindi l’aumento delle possibilità di danno permanente al fegato, compresa cirrosi e carcinoma epatico, e provoca esponenzialmente la diffusione della malattia.
Il test consente di verificare a livello plasmatico l’eventuale presenza dell’antigene di superficie del virus dell’epatite B (HBs-Ag), che è il primo marcatore riscontrabile dopo l’infezione, che di norma scompare nell’arco di 1-2 mesi.
UNA DELLE STRATEGIE PIÙ EFFICACI PER IMPEDIRE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS È LA VACCINAZIONE, OBBLIGATORIA IN ITALIA PER I NUOVI NATI DAL ‘92: PUÒ GIOVARSENE ANCHE CHI È NATO PRIMA DI QUEL DECENNIO?
Il vaccino è di fatto l’arma più efficace: una medicina che riesca a prevenire è molto migliore di una che è costretta a curare. Sarebbe auspicabile fermare l’epatite B prima che cronicizzi e finisca in cirrosi o cancro del fegato: a tal fine gli screening di popolazione sarebbero determinanti, ma a tutt’oggi devono essere realizzati.
La vaccinazione è consigliabile comunque alle persone che hanno stili di vita a rischio, frequentano persone con HVB o che possono essere soggette all’infezione pur essendo nati molto prima del 1992, è bene che si sottopongano preventivamente al vaccino. Questo vale, ad esempio, anche per i medici che lavorano in Pronto Soccorso, nei Reparti di Malattie Infettive o di Gastroenterologia.
Fonte: Pro Format Comunicazione – Ufficio stampa