TBE - meningoencefalite da zecche
Categoria:
malattia virale del sistema nervoso centrale
Descrizione
La TBE, meningoencefalite da zecche, o meningoencefalite primaverile-estiva, è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus. L’encefalite da morso di zecca è stata identificata per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus e Ixodes persulcatus, operano sia come vettori che come serbatoi. Anche le zecche del genere Dermacentor (zecca del cane) ed Haemaphysalis possono trasmettere l’infezione.
LA GEOGRAFIA DELLA TBE - "Attualmente è soprattutto il Nord Est italiano ad essere interessato - spiega il Dr. Ermenegildo Francavilla - I primi casi furono descritti in Toscana nel 1975, successivamente nel 1992 in Trentino ed infine nella provincia di Belluno nel 1994. Altri focolai sono stati descritti in Friuli e nel 2003 nella provincia di Treviso. Questa patologia potrebbe però essere presente anche in altre aree geografiche, soprattutto quelle montane: è quindi opportuno che i medici di base e il personale sanitario tutto tengano conto di questa possibilità".
Come si manifesta
I SINTOMI E LE CONSEGUENZE - Nel 70-90% dei casi la malattia decorre in maniera asintomatica. Nei casi sintomatici il tempo di incubazione variabile. L'andamento dei sintomi è spesso bifasico: dopo un primo episodio simil-influenzale si ha un periodo di relativo benessere della durata di 7-10 giorni, cui segue la malattia vera e propria. Il morso della zecca spesso non viene avvertito perché nella saliva dell'animale è contenuta una sostanza che ha un effetto anestetico nelle ghiandole salivari. È opportuno che chi si rende conto di essere stato morso da una zecca prenda contatto con un medico. "E' indispensabile informarsi e informare sui viaggi fatti nel mese precedente la comparsa dei sintomi, così che il medico abbia tutti gli strumenti per diagnosticare la patologia", conclude il Dr. Francavilla.
Consigli
COME EVITARE LE PUNTURE - Gli specialisti della SIMIT consigliano nelle aree interessate dalla malattia di percorrere sentieri guidati; non attraversare prati con erba alta a gambe nude; utilizzare abiti chiari; al rientro da escursioni di ispezionare attentamente le aree di cute esposta per escludere la presenza di zecche. La rimozione della zecca va effettuata utilizzando una pinzetta con un leggero movimento di trazione-rotazione. Prima della rimozione della zecca non vanno invece usati olio e alcool o altre sostanze emollienti o disinfettanti per evitare che la stessa rigurgiti, con conseguente aumento del pericolo d'infezione.
Note
LE ALTRE MALATTIE DA ZECCHE - "In Italia - sottolinea il Professor Massimo Galli, Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano e Vicepresidente Nazionale SIMIT- le zecche possono essere causa anche di due altre malattie. La prima, la borreliosi di Lyme, che è causata da un batterio, Borrelia burgdorferi, è trasmessa dagli stessi vettori implicati nella encefalite da zecche ed è caratterizzata tra l’altro da un’artrite ad andamento cronico. La seconda, la febbre bottonosa mediterranea, è causata da Rickettsia conorii, è trasmessa dalla zecca del cane ed è presente in gran parte delle aree costiere del Mediterraneo. Entrambe queste malattie, a differenza della encefalite da zecche, vanno trattate con antibiotici. Un’altra valida ragione in più per segnalare sempre al proprio medico se si è subito un morso di zecca".
Studio Diessecom